11 - puer-cultura e formazione

11-puer-cultura-e-formazione

Indice

Prima parte - PUER-CULTURA

Le carte di Gino

  • Carissimo Francesco Berto / Carissimo Gino Pagliarani, Lettere e schede 1991-1997
  • Luigi Pagliarani, Per noi adultescenti, 1992

Studi e Ricerche

  • Francesco Berto, Memoria di un incontro: due puer si parlano, due sentire s’incrociano, due mondi si coniugano


Seconda parte - FORMAZIONE

Le carte di Gino

  • Schede sui seminari 1978/1983
  • Luigi Pagliarani, Piano di un training socioa-nalitico secondo l’imparare facendo, 1977-78
  • Luigi Pagliarani, Un buco nero nella formazione degli adulti, 1979
  • Luigi Pagliarani, Il rischio super-egoico nella formazione degli adulti, 1980
  • Luigi Pagliarani, L’educazione degli adulti: difficoltà pedagogiche e psicologiche, 1982

Studi e Ricerche

  • Dario Forti, Giuseppe Varchetta Pagliarani formatore
  • Giuliano Mazzoleni, Formazione psicosocioa-nalitica delle competenze
  • Roberto Armigliati, Maria Giovanna Rotondi, Pippo Senise, Marisa Vecchi, «Ricordi di socioanalisi» nella pratica professionale


Altri temi

  • Giuseppe Civitarese, Per un’estetica bioniana



Editoriale

Questo numero 11 della nostra rivista, che inaugura il secondo quinquennio di pubblicazioni, presenta in un solo numero significativamente con-fusi due vertici fondamentali della ricerca e della pratica psico-socioanalitica, portate avanti e testimoniate da Luigi Pagliarani. Ci riferiamo alla puer-cultura e alla formazione, due condizioni, due processi, due vertici epistemologici dai quali la psico-socioanalisi invita a costruire le nostre esistenze di donne e di uomini, istante dopo istante.

Come può accadere, si interroga nel 1992 Luigi Pagliarani, che «l’incontro maestro-scolari sia il più possibile arricchente per tutti?» Può accadere e accade - come nella pratica del maestro di Mestre, Francesco Berto, lo straordinario, sodale interlocutore di Luigi Pagliarani per tutti gli anni ‘90 - solo «in quella condizione che ci fa tutti uguali e simultaneamente ognuno diverso, unico. La condizione di figlio, con cui nasciamo e che è vitalizia. Questo è l’episteme che non va negato, dentro e fuori ognuno di noi, alla luce del quale si può pensare l’impensato, far succedere oggi quel che fino a ieri non è successo … una puer-cultura da inventare, da fondare e da coltivare. Creativamente e rip arativamente».

Tale vertice ripropone la medesima sfida all’universo della formazione se si vogliono evitare «le formazioni apparenti», le presenze nei setting formativi di «entità giudicanti che sovrastano come un incubo lo spazio didattico», se si vuol assecondare «l’imparare facendo» ponendo al centro della pratica formativa emergentemente un recupero di senso all’azione agita dai partecipanti.

L’ipotesi di lavoro della psico-socioanalisi rispetto all’universo formativo-capacità di fare è «che la sofferenza dell’allievo adulto sia più forte di quella del figlio e che l’analisi del transfert non sia una chiave sufficiente a giustificare il fenomeno: la frustrazione della capacità di fare è molto pesante da elaborare, perché la ferita narcisistica si precisa su una capacità attuale».

Il colloquio con le «Carte di Gino» è affidato nella prima parte, quella della puer-cultura, a Francesco Berto, maestro, consulente educativo, che ha donato alla memoria di noi tutti delle bellissime, dense pagine, evocanti il suo incontro con Gino Pagliarani lungo tutti gli anni ‘90, «attorno al puer», attorno al quale «tutto accade» e se, come nella testimonianza di Elisabetta, una bimba allieva di Berto, «la morte è una vita senza storie da raccontare», quelle di Berto sono pagine di vita, di vita intensa, capaci come sono di intrecciare la sua storia con la storia di Gino Pagliarani da lui ascoltata e a noi «puerilmente» riproposta.

Il compito di dialogare con le «Carte di Gino» nella seconda parte, dedicata alla formazione, è affidata a due testimonianze e a un saggio.

La prima testimonianza è un ricordo di Pagliarani formatore; Forti e Varchetta «rimettono in ordine» i propri ricordi, lasciandosi un po’ andare e ricostruendo una cronaca del lavoro di Pagliarani formatore, attraverso le sue tipicità, la sua generosità senza fine, la sua straordinaria capacità di ascolto.

«Quelli della Tesi» dove si sono ritrovati lungo le vie di esperienze esistenziali diverse, quattro antichi allievi di Pagliarani, ricordano per brevi tracce un Pagliarani antico, quello degli anni 70 e ‘80, in un ritratto che compensa i limiti della memoria con un riconoscimento tanto vero quanto capace di «rimettere al mondo» la presenza ancora vivificante di un antico maestro.

Il saggio di Giuliano Mazzoleni - un contributo importante di cui resterà traccia a lungo per tutti coloro che si interessano di formazione e di quella prospettiva della formazione attenta alla vita affettiva degli individui e delle organizzazioni - ridefinendo i fondamenti psico-socioanalitici di un approccio formativo, attraverso un excursus insieme storico-teorico, tanto analitico e informatissimo quanto capace di offrire una sintesi utilissima, affronta alcune topiche della formazione manageriale contemporanea, come per esempio il denso tema del tempo e della sua gestione, concludendo con una problematizzazione di alcuni aspetti problematici ancora aperti da offrire alla meditazione individuale di ogni lettore.

Il numero si chiude con un saggio presentato nella rubrica straordinaria «Altri temi» di Giuseppe Civitarese dedicato a una riflessione sulla problematica estetica in Wilfred Bion, che senza avere diretti collegamenti con la psico-socioanalisi, ha tuttavia il merito in sé centrale di portare avanti la riflessione su un autore come Bion così prezioso e così vicino alla riflessione e alla pratica psico-socioanalitica.

In un verso di «Egogle italiane», dedicate a Josif Brodskij, Derek Walcott scrive: «la cui poesia trasforma il lettore in un poeta»; tale era la forza trasformatrice nel giudizio del poeta caraibico della poesia del suo amico Brodskij, il poeta di San Pietroburgo. Pensiamo, illuminati dai nostri poeti che abbiamo imparato ad amare attraverso l’incitamento di Gino Pagliarani, che i lettori delle «Carte di Gino» nella loro duplice apparizione in questo numero della rivista, assistiti anche dai contributi di confronto delle rubriche «Studi e ricerche», potranno trarre nutrimento per le proprie speranze in tutti i campi della loro umana esperienza.


Milano, 14 luglio 2008


(collegamento alle Edizioni Guerini e Associati)