Rivista semestrale della Fondazione Luigi (Gino) Pagliarani, pubblicata: dal nr 1 al nr 12 presso le Edizioni Guerini Associati dal nr 13 presso le Edizioni Franco Angeli .
II sesto volume de L’Educazione Sentimentale, organo della Fondazione Luigi (Gino) Pagliarani, dedicato al tema «tempi e temporalità», conclude il terzo anno di pubblicazione della nostra rivista, testimoniando sul tempo una costanza di riflessione da parte della ricerca di Luigi Pagliarani e della scuola psicosocioanalitica italiana che ha raccolto la sua eredità.
La struttura del volume conferma l’impostazione data fin dal primo numero della rivista nel colloquio tra la sezione «Le carte di Gino», che testimonia la ricerca di Pagliarani sul tema monografico prescelto e la sezione «Studi e ricerche», che ospita in una sua prima parte contributi orientati da uno sguardo psicosocioanalitico e, in una sua seconda parte, contributi più autenticamente interdisciplinari.
Il risultato della ricerca condotta nel Fondo Luigi (Gino) Pagliarani sul tema del tempo è stata particolarmente feconda e offre ai lettori uno scenario relativo all’evoluzione di Pagliarani sulla temporalità ricco, vibrante, che la nota introduttiva dei curatori commenta in tutta la sua potenzialità di stimoli e riflessioni.
Il saggio di Dario Forti e Giuseppe Varchetta continua una ricerca avviata da tempo dai due autori ispirata dal tentativo di verificare le conseguenze delle caratteristiche dell’esperienza organizzativa contemporanea sulla vita personale delle donne e degli uomini che lavorano, confermando in questa prospettiva una potenzialità straordinaria di analisi di quella che Pagliarani chiamava «la lente psicosocioanalitica».
Paolo Bruttini aggiunge agli sguardi della scuola contemporanea psicosocioanalitica sul tempo un prezioso contributo, che ha il pregio di «sconfinare» nella sua riflessione, «ritornando» a Freud, riattualizzando Bion, per pervenire financo alle meditazioni di Jung sulla temporalità; coraggiosamente il contributo di Bruttini propone - assistito dal colloquio con il pensiero e la ricerca di Jung - nella sua parte conclusiva alle lettrici e ai lettori un modello per lo sviluppo dell’energia vitale, orientato «ad acquisire significati e validità per tutti i contesti di cambiamento e trasformazione: la terapia, il coaching, la formazione e qualunque altra relazione di aiuto».
L’ultima sezione della rivista dedicata agli sguardi interdisciplinari presenta i contributi di due filosofi, Fulvio Carmagnola e Aldo Giorgio Gargani, con due prospettive diverse: il primo correlando tempo ed esperienza estetica, assistito dal mezzo cinema, medium peculiare ed elettivo della contemporaneità; il secondo filtrando l’esperienza temporale del mondo attraverso il linguaggio e analizzando le diverse dimensioni attraverso le quali questa operazione di filtro viene portata avanti, e indicando ricorsivamente che alle donne e agli uomini è consentito riconoscere il carattere retrospettivo dei processi simbolici, cognitivi e narrativi attraverso il primato dell’azione, collocata quest’ultima necessariamente nello spazio e nel tempo.
Un’antologia della riflessione di Aldo Giorgio Gargani sul tema del tempo, significativamente sparsa nella gran parte della sua opera, completa l’ultima sezione della rivista.
Aver ricercato e riflettuto sul tema del tempo nelle sue varie dimensioni e vissuti per mettere insieme questo sesto volume della nostra rivista ci ha felicemente obbligati a continuare a ritornare, forse un po’ ossessivamente, su tale tematica, e a non poter «lasciar fuori» gli echi così ambigui della nostra temporalità, che appunto, nella loro ambiguità, richiamano, meno silenziosamente di quanto noi talvolta possiamo percepire, la nostra responsabilità personale.
«Quando pensiamo, pensiamo il tempo», ha insegnato W. Bion, e l’entrata in crisi con la teoria einsteiniana del punto di vista atemporale della fisica classica - che espelleva l’irreversibilità del tempo come una illusione non possibile di investigazione scientifica - ci ha «ricollocato» in un universo in evoluzione, «restituendoci» alla nostra responsabilità intenzionale.
Il tempo della globalizzazione erode, giorno dopo giorno, inesorabilmente, il nostro tempo e chronos prevale tendenzialmente sempre di più su kairós. Occorre trovare energie emozionali e cognitive per riflettere su tali tendenze: in molti universi delle nostre vite i tempi si sono accorciati ponendo sfide performative tutte simili nelle risultanze attese e negli stili proposti e quella zona del lavoro, che ha invaso le altre ore, è meno quella della tensione creativa, dell’intimo dialogo con una ricerca interna capace di connettere floridamente il confine tra preconscio e inconscio dove si originano gioco e creatività, ma è più, sovente, solo il martellio ossessivo e persecutorio di cornici temporali più ristrette, che non possono non corrompere - nell’indicazione appassionata e lucida di Richard Sennet - fiducia, lealtà, dedizione reciproca, fino ad una corruzione dei caratteri.
La psicosocioanalisi offre una prospettiva di ricerca e di pratiche utile per criticare, falsificandole, tali tendenze dall’interno, assistendo le menti individuali e collettive a reggere quel carico di ansie primarie, che una simile progettualità inevitabilmente comporta. Non si può non considerare infatti che un tale transito rivoluzionario comporti una densa esperienza di conflitto intra e interpsichico: le donne e gli uomini sentono che l’ipotesi di cambiamento orientata a criticare molte delle espressioni storiche del lavoro contemporaneo sia connessa alla perdita di posizioni di potere, e, in genere, di privilegi, che nel tempo hanno diluito il dolore per la mortificazione del nostro respiro, del nostro kairós. Lungo queste prospettive, nelle quali «la questione temporale» assume una centralità non solo metaforica, la psicosocioanalisi si pone soprattutto come psicosocioanalisi della vita presente.
(collegamento alle Edizioni Guerini e Associati)